In forma saggistico-narrativa, si raccontano in questo libro due vicende di segno opposto durante l’infuriare della Shoah in Italia.
A Meina, sul Lago Maggiore, viene portata ad esecuzione una strage di ebrei, provenienti da più parti d’Europa, che tentavano di sfuggire alla persecuzione nazifascista.
A Nonantola, nel modenese, un gruppo di ragazzi di fede israelita viene invece salvato con l’aiuto di tutto il paese e riesce ad emigrare in Svizzera.
In appendice viene riportato integralmente il documento che, durante la Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, nei pressi di Berlino, stabilì le modalità della Endlösung der Judenfrage, la soluzione finale della questione ebraica, ovvero del sistematico sterminio di un’intero popolo.
Massimo Trifirò è nato e vive a Lecco, della quale è Cittadino Benemerito. È lo scrittore che ha dedicato più pagine di narrativa alla sua città. È laureato in Scienze Politiche con specializzazione in Storia. Fin da giovane è stato attratto dalla scrittura, alla quale si è costantemente dedicato durante tutta la sua vita.
Ha collaborato a giornali nazionali, regionali e locali, nonché a riviste nazionali. Oltre che di numerosi interventi sui periodici, è autore di decine di libri di diversa categoria: antologie di racconti, romanzi di spionaggio, comici e di genere fantastico, biografie religiose, studi evangelici, rievocazioni storiche in forma saggistico-narrativa, dialoghi filosofici, raccolte di aforismi, antologie poetiche, libri di satira politica a fumetti.
Le sue opere più importanti sono una rivisitazione de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni (“Il manoscritto graffiato”, 2010) e un romanzo-saggio sulla Passione di Cristo (“Gulgalta”, 2018).