Un romanzo storico molto divertente, ambientato nei luoghi manzoniani, gli stessi dove vive l’autore.
Siamo nel Seicento, epoca di bravi, cioè di cattivi dai brutti ceffi, di signorotti prepotenti come don Rodrigo, di grida spagnoleggianti e improbabili come quella del dottor Azzeccagarbugli, di briganti di strada che spolpano i viaggiatori lasciando loro soltanto gli occhi per piangere.
Due personaggi particolari, una madre dall’aspetto di balena spiaggiata, prepotente come un tiranno, e una figlia zitella dal corpicino piallato come una tavola che si esprime solo a nitriti come una cavallina storna, arrivano a Lecco da Milano, la capitale del dominio spagnolo.
Da uno zio crapulone e puttaniere, schiattato di colpo, non hanno ricevuto l’eredità che si auguravano, sperperata in divertenti ma poco salutari bagordi.
Per trovare un marito alla figlia inguardabile pensano perciò di andarsene in provincia e fingere lo stesso di essere ricche, e magari pure marchese, per accalappiare un gonzo che ci caschi come un allocco e impalmi la cavalla per interesse, che è poi una motivazione non tra le più disprezzabili.
Ci riuscirà quell’orco della cara mammina a trovare una vittima di sesso maschile che cada nel trappolone e si accolli una sposina di quel genere, e tanto più una suocera di un genere ancora peggiore?
Questa in sostanza la trama del libro: la programmata mattanza di un povero maschietto infelice destinato a fare da carne da macello matrimoniale.
Ma il racconto è intrecciato anche con cento altre storie, figure ridicole, situazioni paradossali, vicende comiche e ambientazioni in quell’oscuro Seicento da fare accapponare la pelle. E molto altro ancora, il lettore ci può contare.
Garantito che non stancherà, dalla prima all’ultima pagina.
Massimo Trifirò è nato e vive a Lecco, della quale è Cittadino Benemerito. È lo scrittore che ha dedicato più pagine di narrativa alla sua città. È laureato in Scienze Politiche con specializzazione in Storia. Fin da giovane è stato attratto dalla scrittura, alla quale si è costantemente dedicato durante tutta la sua vita.
Ha collaborato a giornali nazionali, regionali e locali, nonché a riviste nazionali. Oltre che di numerosi interventi sui periodici, è autore di decine di libri di diversa categoria: antologie di racconti, romanzi di spionaggio, comici e di genere fantastico, biografie religiose, studi evangelici, rievocazioni storiche in forma saggistico-narrativa, dialoghi filosofici, raccolte di aforismi, antologie poetiche, libri di satira politica a fumetti.
Le sue opere più importanti sono una rivisitazione de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni (“Il manoscritto graffiato”, 2010) e un romanzo-saggio sulla Passione di Cristo (“Gulgalta”, 2018).