Spionaggio e segreti in uno stile cinematografico
Comprato questo volume perché da sempre appassionato agli anni e ai climi della Guerra Fredda e del Muro di Berlino, sempre così oscuro, pieno di segreti, di crisi interrotte sempre prima di esplodere. Quello che ho letto è una grande storia (potenzialmente cinematografica) contenente tutti i crismi del genere che rappresenta: quello dello spionaggio, dei colpi di scena tipiche di ogni servizio segreto.
Un libro che oggi è – ahinoi – più attuale che mai, viste i rapporti ancora oggi instabili (in cerca di risoluzione? Presto risolti? Quello che è di facciata spesso non corrisponde alla realtà) tra Stati Uniti e Russia.
Al centro della vicenda, la successione al “trono” del Segretario Generale del Pci dell’Unione Sovietica: un ruolo così delicato nello scacchiere mondiale che tutti vogliono metterci le mani sopra. Si mette a questo punto in moto un sodale del KGB, tale Aksakov (007 sui generis), che deve fare in modo che un personaggio pericoloso non si insedi.
Da qui in poi, un crocevia di eventi, intrighi internazionali, tensione, sangue: tutto nel segno dell’imprevedibilità.
Piacerà a chi non ama i finali scontati, a chi ama le storie che sembrano una matassa che poi si risolve, anni dopo.
Il tutto per un’unica domanda finale: il comunismo, oggi, si può dire ancora morto?
Non vi fate impressionare dal volume del libro: la dovizia di particolari, lo stile e l’attenzione sui personaggi sollevano in modo inesorabile “Strategia dell’assenza”.